Covid-19 & immobiliare

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Come il virus ha influenzato il settore, le ricerche immobiliari e il lavoro delle agenzie

L’epidemia di Covid-19 è arrivata a inizio 2020 travolgendo le vite degli italiani ed influenzando inevitabilmente tutti i settori dell’economia – causando cambiamenti, evoluzioni e riorganizzazioni aziendali. Il settore immobiliare, uno dei più importanti e vitali dell’economia italiana, non ha fatto eccezione.

Pur reggendo l’urto – i prezzi degli immobili, stando alle statistiche, hanno retto – il settore è stato investito da una serie di trasformazioni, che hanno agito sull’intera filiera: dall’edilizia alle compravendite fino alle locazioni turistiche.

Quali sono stati i cambiamenti principali?

  1. Sono cambiati i gusti e i desideri degli italiani in termini di casa e di abitare. Il 2020 passerà agli annali come uno degli anni in cui abbiamo vissuto di più in casa, costretti dal lockdown della scorsa primavera e dalle misure per il distanziamento sociale. Passare molto tempo in casa – e, come successo per molti, lavorare da casa – ha fatto emergere nuovi bisogni: il desiderio di metrature più ampie, di qualche stanza in più, di balconi, giardini, terrazze, spazi all’aperto da vivere.
  2. Ritrovato interesse per l’hinterland e la provincia. Questo punto è collegato al precedente e alla diffusione del lavoro agile o smart working: molte persone, specialmente quelle che vivono nelle grandi città, negli ultimi mesi hanno sperimentato il lavoro da remoto. Non dovendo più recarsi fisicamente sul posto di lavoro, molti hanno preferito avere più spazi e maggiori comfort in casa privilegiando soluzioni – meno costose – nell’hinterland o nella provincia, rispetto al vivere in città.
  3. È aumentata l’offerta immobiliare residenziale. Il turismo – uno dei settori più colpiti dalla pandemia – ha subito una battuta d’arresto. Di conseguenza, specie nelle grandi città turistiche, molti degli appartamenti destinati ad affitti turistici short-rent sono stati riconvertiti in affitti di medio-lungo periodo o verso altri usi di tipo residenziale, aumentando così l’offerta immobiliare.
  4. Il processo di ricerca e acquisto di una casa è diventato sempre più virtuale. Le occasioni di interazione face-to-face si sono ridotte nell’arco di questo anno surreale, accelerando i processi di virtualizzazione, che, in fin dei conti – se ci pensiamo – erano già in atto. Le ricerche immobiliari già da molti anni non avvengono più su strada o in agenzia, ma partono dal mondo online, sui motori di ricerca o sui portali immobiliari. È lì che avviene la fase iniziale di ricerca e comparazione delle soluzioni immobiliari che fanno al caso nostro. In più, durante l’ultimo anno, a causa del Covid-19 si sono ampiamente diffusi i virtual tour e le visite online. Durante il lockdown si è addirittura parlato – non senza polemiche – della possibilità di concludere una compravendita online, da remoto, sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia e dalla firma elettronica.

Cosa cambia per le agenzie immobiliari?

L’acquisto di una casa rimane, per la stragrande maggioranza degli italiani, la transazione più importante – e delicata – della vita, per la quale ci sarà sempre bisogno di una consulenza professionale. Sia chiaro, dunque, che l’acquisto di un immobile non è affatto paragonabile all’acquisto di beni di minor valore (si pensi a uno smartphone o ad un elettrodomestico per i quali il processo di ricerca delle informazioni, di comparazione degli articoli, l’acquisto e la fase post-vendita avvengono ormai totalmente online in molti casi).

Tuttavia, il mercato va verso una direzione precisa – che è quella della digitalizzazione, della trasparenza e della semplificazione – che non può essere ignorata dagli operatori dell’intermediazione immobiliare, in un’ottica di evoluzione e resilienza professionale.

L’importanza di presidiare i canali digitali

Tutti noi oggi siamo sempre più connessi e passiamo una buona fetta del nostro tempo online, intrattenendoci o informandoci su social network e motori di ricerca. Secondo una ricerca, nel 2019 gli italiani passavano in media 2 ore e 23 minuti al giorno sui social media, un dato che aumenta di anno in anno.

Per questo è essenziale per l’agente immobiliare moderno presidiare i canali online e non limitarsi a pubblicare i propri annunci sui portali. Il mondo della pubblicità online è ormai cambiato e punta sempre più sulle ‘Facebook Ads’ – i banner pubblicitari di Facebook e Instagram – sulle sponsorizzazioni Google – i primi risultati ‘a pagamento’ che compaiono sulla pagina di ricerca – e sul retargeting, i banner di articoli o annunci per cui avevamo mostrato interesse e che ci seguono nel corso della navigazione su importanti siti di news o di e-commerce.

Anche in tema di pubblicazione annunci sui portali, poi, c’è ancora molto lavoro da fare sulla strada della digitalizzazione. Gli annunci sui portali vanno curati e arricchiti di informazioni e media (foto professionali, planimetrie, video, virtual tour, …) al fine di dare al cliente un’anteprima dell’immobile che sia quanto più chiara e di valore possibile, evitando spiacevoli perdite di tempo per il cliente (e per il nostro lavoro, in questo modo infatti riceveremo solo lead qualificati di persone altamente interessate). Ciò è essenziale per valorizzare il lavoro del professionista e per differenziarlo, nel marasma della concorrenza e dei privati che si improvvisano col fai-da-te immobiliare.

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